VIDEO: La politica del tasso

Secondo Robert Burnett (Neptune) gli investitori non devono fare l’errore di ignorare gli eventi macro e le decisioni della Bce. E consiglia di puntare sulle banche europee.

Morningstar 17/09/2014 | 15:26
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Emma Wall: Buongiorno e benvenuti. Sono Emma Wall e qui con me oggi c’è Rob Burnett, gestore del fondo Neptune Europen Opportunities (non disponibile in Italia Ndr). Ciao Rob.

Rob Burnett: Buongiorno.

Wall: Oggi parliamo di come gli eventi macro influenzino i mercati, come il fatto ad esempio che la settimana scorsa la Bce abbia tagliato il tasso d’interesse. È un qualcosa che si dovrebbe prendere in considerazione?

Burnett: Assolutamente. La politica monetaria e gli eventi macroeconomici sono di enorme importanza per i mercati. E uno dei semplici modi per capire il rapporto tra la politica monetaria e l’economia reale è appunto il tasso di interesse.

Quindi, se i tassi di interesse scendono o se i finanziamenti sono meno cari, le persone possono prendere a prestito più a buon mercato. Sono più incentivate a spendere, il che può ovviamente catalizzare un’economia più forte e quindi queste cose sono estremamente importanti e devono essere considerate con molta attenzione.

Wall: Il Pil non è sempre un buon indicatore per capire dove il mercato potrà far bene. In particolare, se si guarda alla Cina: il Pil cinese ha rallentato, ha avuto alcuni periodi di sottoperformance, ma in realtà ci sono altri indicatori macro chiave che forse hanno una forte influenza sui mercati.

Burnett: Il fatto è che il Pil è un indicatore sempre in ritardo. Il mercato è normalmente al passo con ciò che il Pil sarà nel prossimo trimestre. Il mercato è più preoccupato da come cambia l’economia e dal momentum. Nel caso del recente taglio dei tassi della Bce, questo avrà un impatto sull’economia di domani. Ed è questo quello che preoccupa di più i mercati, il tasso di crescita, nei prossimi sei o 12 mesi.

Quindi possiamo dire che il Pil non è necessariamente correlato con rendimenti del mercato azionario. Ma una crescita economica forte nei prossimi tre, quattro, cinque anni è sicuramente una potente fonte di sostegno per i mercati.

Wall: Quindi, secondo questi indicatori, cosa si dovrebbero aspettare gli investitori europei nel medio termine?

Burnett: Siamo abbastanza positivi sulle azioni europee per molte ragioni, non ultima, perché crediamo che l’economia sia destinata a continuare a recuperare terreno. Il vero punto di svolta è stato un anno fa, quando molti paesi dell’Eurozona sono usciti dalla recessione. Quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi è solo un leggero rallentamento, un po’ come è successo nel Regno Unito circa tre o quattro anni fa.

E infatti la Banca centrale europea sta conducendo una politica molto simile a quella che la Bank of England ha fatto un paio di anni fa. E sappiamo cosa è successo nel Regno Unito negli ultimi 12 mesi: il mercato azionario è rimbalzato in maniera forte, come il mercato immobiliare. Ci aspettiamo un risultato simile in Europa. Pensiamo che le premesse siano molto costruttive per l’economia e per i mercati in questo momento.

Wall: E quando ci sarà la ripresa, quali saranno i settori più interessanti per gli investitori?

Burnett: Oggi in Europa il settore più ciclico, quasi iper-ciclico, è quello bancario. Durante la crisi era proprio il comporto da evitare, adesso è quello su cui puntare di più e che dovrebbe beneficiare maggiormente anche delle decisioni della Bce. Quindi consigliamo di puntare sulle banche europee.

Wall: Fondamentalmente perché adesso verranno remunerate per l’attività di prestito, giusto?

Burnett: Sì, quasi. Per capirci, la Bce sta per dare loro finanziamenti molto a buon mercato. Come fa normalmente una banca per finanziarsi? Ottiene fondi dai suoi depositanti e paga gli interessi a quei depositanti. E, naturalmente, questo succede ancora. Al momento, la maggior parte delle banche europee pagano circa il 2% di interesse su un deposito a termine. La Bce sta dando i soldi a 15 punti base, lo 0,15%, e quindi questa è una massiccia riduzione dei loro costi di finanziamento; ciò consentirà loro di prestare capitali a buon mercato per l’economia. Insomma, questo meccanismo è particolarmente potente per il settore bancario.

Wall: E oltre alle banche, potresti avere una propensione per le azioni domestiche, le quali beneficerebbero di un miglioramento dell’economia nazionale?

Burnett: Sì. Negli ultimi dieci anni, abbiamo investito con particolare attenzione in società con una portata globale, in imprese esposte alla crescita mondiale che si tratti di quella cinese o brasiliana o degli Stati Uniti. Abbiamo avuto una predisposizione a investire in quelle società perché la prospettiva era eccezionalmente forte.

Oggi vi è una incredibile opportunità di rivalutazione in società esposte in Europa. Hanno fatto male negli ultimi cinque-sette anni, e di conseguenza le azioni sono molto scontate e le aspettative sono piuttosto basse.

E così dove cerchiamo valore oggi? Esattamente in quel tipo di azienda molto esposta alla zona euro. Ecco dove pensiamo che la maggior parte del rialzo sarà situata.

Wall: Rob, grazie mille.

Burnett: Un piacere.

Wall: Per Morningstar Emma Wall, grazie per l’attenzione.

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