VIDEO: Regno Unito in ripresa

L’economia britannica ha sorpreso tutti con i recenti miglioramenti (Pil su del 3% su base annua), ma rimangono squilibri che nel lungo periodo dovranno essere risolti.

Holly Cook 30/07/2014 | 11:15
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Holly Cook: Buongiorno e benvenuti. Oggi faremo una panoramica sullo stato di salute dell’economia del Regno Unito. Qui con me c’è Jose Garcia Zarate, analista senior ed economista di Morningstar. Con lui ci ritroveremo ogni trimestre per fare il punto della situazione.

Jose, grazie.

Jose Garcia Zarate: Prego.

Cook: Ci sono state molte notizie positive riguardo all’economia del Regno Unito recentemente. Infatti, il Pil sta crescendo al 3% annuo. Cosa lo sta spingendo?

Zarate: In realtà è abbastanza sorprendente questa notizia. Il Pil sta crescendo a un tasso medio dello 0,8% su base trimestrale, un risultato ottimo se confrontato a quello di paesi vicini, della zona euro, per esempio.

La maggior parte di questa crescita arriva dalla domanda interna. Intendo una combinazione di consumi privati, anche perché il mercato del lavoro è stato sorprendentemente resistente durante la crisi. C’è anche un po’ di illusione monetaria, sostenuta dall'aumento dei prezzi delle case, il che in realtà compensa il fatto che i salari non tengono il passo con l'inflazione. Tuttavia, le persone si sentono nel complesso un po’ meglio, proprio perché i prezzi delle case stanno salendo.

Cook: La salita dei prezzi delle case magari non è una buona notizia per tutti. Ma a parte questo, ci sono altri fattori che sostengono la crescita e che potrebbero essere fonte di preoccupazione?

Zarate: Forse nel medio-lungo periodo, non nel breve. Viviamo entrambi nel Regno Unito e credo tu ricorda quando si invocava un ribilanciamento dell’economia UK, un allontanamento dai consumi privati...

Cook: Sì, certo.

Zarate: …e dalla dipendenza dal settore immobiliare, verso più esportazioni e investimenti. Diventando un po’ come la Germania, in fondo. Ciò non è accaduto, ma non significa che l'investimento non sia in crescita, perché la domanda interna sta effettivamente migliorando, ma l'idea che il Regno Unito sia ormai diventato un esportatore netto di beni e servizi è sbagliata. Il riequilibrio non è avvenuto. Questo può avere implicazioni in futuro.

Cook: Quindi, in futuro, a un certo punto, qualcosa deve cambiare nel sistema, e sarà probabilmente la generazione futura a dover sopportare il peso di questo cambio.

Zarate: Beh, il fatto è che se si desidera creare un nuovo modello di crescita, è fondamentale capire che ci sarà bisogno di molte riforme strutturali e non si può semplicemente pensare che, dato che si ha la sterlina debole rispetto ad altre valute, allora tutto improvvisamente si trasformerà in un nuovo, meraviglioso, scenario. Questo non accade più in un mondo globalizzato.

Cook: La tua analisi ha portato alla luce anche diverse interessanti idee riguardo al debito pubblico. Ci puoi spiegare qual è il vero problema?

Zarate: Penso sia molto ironico che la crisi economica globale - non sono sicuro che possiamo ancora realmente parlare di crisi, ma in ogni caso – sia stata originata da un eccesso di debito. Ovviamente sia qui nel Regno Unito che in altri paesi lo stock di debito pubblico è cresciuto in modo significativo. Nel Regno Unito, ad esempio, abbiamo per ovvie ragioni dovuto salvare le banche, il che ha comportato un significativo aumento, quasi da un giorno all’altro, sullo stock del debito pubblico. In questo momento, non credo che in realtà questo pesi molto sulle scelte degli investitori, ma più a lungo termine credo che le future generazioni dovranno fare i conti con questo problema.

Cook: Una cosa che invece sta caratterizzando fortemente le scelte degli investitori sono i tassi di interesse. Sentiamo quasi quotidianamente operatori che si lanciano in previsioni sulla loro salita. Ecco, quando saliranno per davvero, quale impatto avranno sul mercato azionario del Regno Unito?

Zarate: Credo che i messaggi provenienti dalla Banca d'Inghilterra a volte siano poco chiari, credo soprattutto perché loro stessi siano stati sorpresi dalla velocità della ripresa, ma tutti comunque puntano a un processo di normalizzazione della politica monetaria nel Regno Unito. Ciò significa sostanzialmente che i tassi di interesse saliranno prima di quanto non si creda. Questo vuol dire che aumenteranno nel brevissimo periodo? Non credo. La stessa Banca d'Inghilterra dice che un eventuale aumento dei tassi di interesse sarà abbastanza graduale e possibilmente verso una nuova normalità del 2,4 - 3,0%. Penso che questo sia già pienamente prezzato dai mercati finanziari, non credo ci saranno sorprese.

Cook: Quindi per gli investitori azionari non dovremmo aspettarci una reazione di shock perché sarebbe una notizia già prevista, ma per coloro che hanno acceso mutui sulla scia della ripresa immobiliare, a prescindere dalla velocità, l’aumento dei tassi di interesse avrà un bell’impatto su di loro.

Zarate: Beh, naturalmente il tasso ipotecario e il tasso della Banca d’Inghilterra non sono la stessa cosa. Il primo è sostanzialmente più elevato, quindi ogni aumento, anche se sarà graduale e forse non molto ampio, avrà un impatto sui redditi e la rata dei mutui salirà. E questo è qualcosa su cui le famiglie dovranno iniziare davvero a riflettere.

Cook: Credo che nel giro di tre mesi avremo un sacco di cose di cui parlare, e in particolare vedremo se questo riequilibrio c’è stato, e se si è fatto alcun passo verso questa crescita guidata dalle esportazioni e trainata dagli investimenti.

Zarate: Certo.

Cook: Grazie davvero Jose.

Zarate: Prego.

Cook: Per Morningstar, Holly Cook, grazie per l’attenzione.

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Holly Cook

Holly Cook  is Manager, Morningstar EMEA Websites

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