VIDEO: Obbligazioni, ancora valore nei corporate

Abbiamo intervistato Andrea Orsi di M&G, tra le migliori società nelle previsioni di mercato durante il primo semestre, secondo il Morningstar Italy investiment sentiment index. 

Valerio Baselli 24/07/2014 | 10:04
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Valerio Baselli: A gennaio di quest’anno è stato lanciato il Miisi, il Morningstar Italy investment sentiment index, un benchmark costituito dalle previsioni, aggiornate mensilmente, dei principali gestori e strategist italiani.

Il Miisi è un indice che si basa su una scala da uno a cento, dove risultati superiori a 50 indicano un sentiment positivo su una determinata asset class e viceversa. Le classi di attivo su cui si basa il sondaggio mensile sono 10 e includono i principali mercati azionari, quelli obbligazionari e infine il cambio euro-dollaro.

Ora, a distanza di sei mesi dalla prima rilevazione, abbiamo tirato le somme e abbiamo visto che buona parte degli operatori intervistati ha formulato buone previsioni semestrali, soprattutto sull’azionario. Una delle migliori case di gestione (nel senso che ha correttamente stimato l’andamento sia sull’equity sia sui bond, Ndr) è stata M&G. Abbiamo con noi Andrea Orsi, vice direttore di M&G Italia. Buongiorno dott. Orsi e grazie.

Andrea Orsi: Buongiorno a voi.

Baselli: Dunque, abbiamo visto che la maggioranza dei gestori partecipanti ha dimostrato una buona analisi di previsione sui mercati equity, in particolar modo su Italia, Europa e Stati Uniti. Quello che invece ha contraddistinto M&G, è stato da una parte una previsione ribassista sul mercato azionario giapponese e dall’altra un ottimismo sui titoli di Stato tedeschi e statunitensi, posizioni che poi si sono rivelate corrette. Cosa c’era dietro queste convinzioni, non troppo condivise dai suoi colleghi?

Orsi: I motivi di tali scelte sono da ricondurre a quelle che sono le modalità con cui noi gestiamo i nostri portafogli multi asset. Noi ci focalizziamo su quella che è la selezione dei diversi strumenti finanziari e sulla capacità dei singoli strumenti di creare redditività nel tempo, rispetto a quelle che sono valutazioni di lungo periodo. In particolar modo sulla parte obbligazionaria americana e tedesca, all’inizio dell’anno vedevamo un premio al rischio ampiamente remunerato. Motivo per il quale eravamo fortemente posizionati su questo tipo di strategia.

Relativamente al sottopeso del mercato azionario giapponese, la scelta è da ricondurre al fatto che i livelli di redditività reale di questa asset class, rispetto alle valutazioni di medio lungo termine, risultavano essere sostanzialmente coerenti. Quindi, non c’era un premio al rischio adeguatamente remunerato, perciò eravamo residualmente esposti. 

Baselli: Ecco, rispetto a gennaio cos’è cambiato? Quali sono le vostre principali scommesse per la seconda parte dell’anno? Partiamo dall’azionario.

Orsi: Per noi l’azionario rimane ancora oggi una buona opportunità, in termini di creazione di valore per gli investitori finali, in particolar modo se confrontato con l’obbligazionario. Nonostante però quella che è stata la buona redditività dei principali mercati azionari internazionali dall’inizio dell’anno, riteniamo fondamentale mantenere un approccio di tipo selettivo.

La seconda strategia riguarda invece l’esposizione all’equity emergente. Questa può essere per noi un’ottima opportunità se ben gestita con approccio value, soprattutto per le valutazioni a sconto rispetto ai mercati azionari dei paesi più sviluppati.

Baselli: Per quanto riguarda il mercato azionario giapponese, la vostra visione non proprio convinta di inizio anno è cambiata o è rimasta quella?

Orsi: Rimanendo coerenti all’approccio che abbiamo nella gestione dei portafogli multi asset, su questa classe di investimento abbiamo visto di recente che i livelli di redditività reale rispetto alle valutazioni di lungo periodo sono tornati a essere positivi. Motivo per cui abbiamo cominciato a costruire una posizione attiva, sempre comunque residuale.

Baselli: E invece per quanto riguarda il reddito fisso?

Orsi: Sulla parte obbligazionaria preferiamo ancora oggi mantenere una strategia attiva sul credito. Per noi la parte corporate, sia investment grade che high yield, nonostante la contrazione degli spread ai minimi, può costituire una buona opportunità in termini di creazione di valore, anche perché i livelli di liquidità di questa asset class stanno aumentando e ci aspettiamo sulla parte dei finanziari subordinati un buon contributo di performance.

Baselli: Per chiudere, il tasso di cambio euro-dollaro nei primi sei mesi dell’anno è rimasto sostanzialmente invariato. Come lo vede per la fine dell’anno?

Orsi: Non abbiamo un target preciso in M&G, quello che a noi piace è avere un posizionamento attivo, quindi siamo sovrappesati sulla posizione in dollari. I dati macro che arrivano, sia lato domanda che offerta, confermano il trend di crescita degli Stati Uniti e questo ci porterà a vivere un contesto di aumento dei tassi d’interesse, quindi un ritorno di capitali verso gli asset in dollari. Il posizionamento attivo poi viene anche giustificato dal fatto che ci aspettiamo una sempre maggiore indipendenza dal punto di vista energetico e un miglioramento del deficit di bilancio degli Usa. 

Baselli: Grazie ancora al dott. Orsi.

Orsi: Grazie a voi.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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