VIDEO: Eurozona tra luci e ombre

Jose Garcia Zarate, economista di Morningstar, fa il punto sulla situazione economica della regione. La periferia migliora le esportazioni, ma restano i nodi del lavoro e della debole domanda interna.

Holly Cook 23/07/2014 | 10:48
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Holly Cook: Buongiorno e benvenuti. Oggi sono in compagnia di Jose Garcia Zarate, analista senior ed economista di Morningstar, che ha recentemente condotto alcune ricerche sullo stato di salute dell’economia europea e inglese. Jose ci farà il punto macroeconomico sull’Europa ogni trimestre.

Grazie di essere qui, Jose.

Jose Garcia Zarate: Grazie a te.

Cook: Oggi ci concentriamo sull’Eurozona, argomento che ha riempito le pagine dei giornali negli ultimi anni, anche se ultimamente non è più così sotto i riflettori. Questo potrebbe signficare che le cose vanno un po’ meglio?

Zarate: Le cose vanno meglio, questo è sicuro. Non si può più parlare di recessione; l’Eurozona è stata in grado di segnare quattro trimestri consecutivi di crescita positiva del Pil. Tuttavia, la crescita è molto mite, in media solo dello 0,2% su base trimestrale, il che è abbastanza sotto la media.

Cook: La zona euro ovviamente non è una regione omogenea, continuiamo a vedere un livello abbastanza alto di differenze tra i vari paesi?

Zarate: Il divario tra le economie principali, in particolare la Germania, che ovviamente è l’economia forte della zona, e la periferia resta. Tuttavia, va detto che le economie periferiche stanno ora mostrando segni di crescita positiva. Quindi il gap si sta effettivamente chiudendo, ma la differenza rimane ancora sostanziale.

Cook: Guardando la regione nel suo insieme, quali sono i punti di forza che stanno guidando questo miglioramento?

Zarate: C’è stato un miglioramento sostanziale nella “competitività esterna” soprattutto nella periferia. E questo sfata il mito secondo cui i paesi periferici non potevano migliore in competitività a causa della moneta unica. Alcuni paesi, come Spagna, Portogallo e Grecia, hanno abbassato il costo del lavoro in modo da essere più competitivi nelle esportazioni. Questo ha a sua volta dato respiro al disavanzo delle partite correnti di queste economie. Quindi, l’export sta migliorando. Tuttavia, la domanda interna, non solo nella periferia, ma nell’intera zona euro, resta depressa.

Cook: Ok, quindi quali misure si potrebbero prendere per migliorare questo aspetto?

Zarate: Beh, non si può vivere solo di esportazioni. A un certo punto si avrà bisogno di consumi privati e di investimenti per poter spingere una ripresa di lungo periodo. È questo ciò che manca oggi nell’Eurozona, in particolare in periferia, ma non solo. In Francia, ad esempio, c’è un alto tasso di disoccupazione al momento. C’è anche il problema della mancanza di credito, in particolare per la piccole e medie imprese. Perciò si deve far ripartire la domanda interna.

Cook: Quindi ci sono segnali incoraggianti dai paesi periferici, ma anche diversi punti chiave da migliorare.

Zarate: Sì, alcuni squilibri sono stati corretti, ma il mercato del lavoro vive una situazione drammatica...

Cook: ...60% di disoccupazione giovanile in alcuni paesi...

Zarate: ...esatto. E questo è insostenibile. Crea problemi anche sociali. Ecco perché abbiamo bisogno di far partire la domanda interna. Credo che un fattore chiave saranno le decisioni della Banca centrale europea per far ripartire il credito, soprattutto per le piccole e medie imprese, perché in fondo sono loro a generare il maggior numero di posti di lavoro.

Cook: Ora, come sempre, ci si chiede però cosa comporta tutto questo per gli investitori europei.

Zarate: Beh, visto che ci aspettiamo determinate cose dalla Bce, i mercati azionari dovrebbero giovarne. Anche l’obbligazionario è un chiaro esempio, e non parliamo solo di titoli di Stato, ma anche di corporate bond. La politica monetaria resterà molto accomodante per un periodo di tempo prolungato, e questo dovrebbe supportare le valutazione obbligazionarie in futuro. Allo stesso tempo, questo fa sperare che le economie si riprendano e che quindi anche l’equity ne tragga giovamento.

Cook: E la storia cambia per gli investitori fuori dall’Eurozona? In Uk o magari in Usa?

Zarate: Credo che la variante fondamentale per loro sarà il tasso di cambio con l’euro. Perché l’obiettivo non detto della Bce è quello di indebolire l’euro, giusto? Quindi, se si è basati fuori dalla zona euro, si potrebbero prendere in considerazioni eventuali mosse per trarre beneficio dall’indebolimento della moneta unica.

Cook: Bene, sarà molto interessante poter verificare con te fra tre mesi la situazione, sperando che sia migliorata. Grazie mille.

Zarate: Grazie.

Cook: Per Morningstar, Holly Cook, grazie per l’attenzione.

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Holly Cook

Holly Cook  is Manager, Morningstar EMEA Websites

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