VIDEO: Consulenti, occhio ai conflitti d’interesse

Secondo Cesare Armellini (Nafop) l’imminente nascita dell’Albo darà nuovo slancio alla figura del consulente indipendente. Gli investitori devono essere liberi di scegliere, ma consapevolmente.

Valerio Baselli 10/06/2014 | 14:56
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Valerio Baselli: Mi trovo in compagnia di Cesare Armellini, fondatore e presidente di Nafop, l’associazione nazionale dei consulenti fee-only, a parcella. Buongiorno e grazie.

Cesare Armellini: Buongiorno a voi.

Baselli: Negli ultimi anni il tema della consulenza indipendente ha guadagnato molto spazio in Italia, se ne parla molto di più rispetto a qualche anno fa. Eppure, la maggior parte dei risparmiatori italiani ad oggi non ha ancora famigliarità con la figura del consulente indipendente. Come mai secondo lei?

Armellini: La figura del consulente indipendente ha avuto un ruolo molto importante fino a qualche anno fa e in poco tempo sono nati centinaia di studi di consulenza finanziaria indipendente. Poi c’è stato un discorso normativo, per cui è stato bloccato momentaneamente l’ingresso a questa professione, ma proprio in questi giorni la situazione si sta sbloccando; ci saranno sempre più studi e società di consulenza finanziaria indipendente e quindi la figura diventerà sempre più nota.

Baselli: Quando lei dice che si sta sbloccando, cosa intende?

Armellini: Che gli organi preposti per la costruzione dell’Albo hanno ormai trovato il quadro entro il quale far partire questa figura professionale.

Baselli: C’è una data, anche se vaga, di quando potrà nascere l’Albo?

Armellini: È dato quasi per certo che sarà entro l’anno.

Baselli: Ritornando al rapporto che ci dovrebbe essere, o c’è, tra il consulente e i propri clienti, in che modo secondo lei si può educare o far abituare i risparmiatori italiani a pagare una persona solo per i propri consigli?

Armellini: Io consiglio agli investitori di andare a parlare con i consulenti finanziari indipendenti. Il colloquio è gratuito, si va a parlare, prima della parcella c’è un preventivo tale per cui uno può affrontare questa figura nella massima serenità e venire a conoscenza di tanti aspetti che non gli sono noti. Il consulente svolge dei servizi che gli altri attori sul mercato non svolgono. Trattano, ad esempio, tutte le condizioni che il cliente ha con la propria banca. Cioè, hai un mutuo? Andiamo a trattare le condizioni del mutuo, se si ha un conto corrente, andiamo a vedere il tasso che applicano, stessa cosa per l’acquisto di un titolo o un fondo. In tutti questi aspetti, il consulente indipendente interviene in tuo aiuto.

Baselli: L’altra figura, molto diffusa tra i risparmiatori italiani, è invece quella del promotore finanziario classico. Le reti di promotori ormai da tempo sostengono che anche loro fanno consulenza, che sono soggetti anche a una formazione specifica. Da investitore, perché dovrei scegliere un consulente indipendente piuttosto che un promotore, se quello comunque mi offre anche il servizio di consulenza?

Armellini: L’elemento fondamentale naturalmente è il conflitto d’interessi. Il consulente indipendente viene pagato solo dal suo cliente e quindi il suo interesse è quello del suo cliente. Nel momento in cui il consulente è legato a una struttura bancaria o una rete di vendita, bisogna gestire tutta una serie di conflitti d’interesse che rendono naturalmente più problematico l’aspetto della trasparenza. Però lasciamo al mercato la possibilità di scegliere, quindi all’investitore finale di decidere a chi affidarsi.

Baselli: Grazie a Cesare Armellini.

Armellini: Grazie a voi.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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