Seduta a due facce per i listini asiatici. Le Borse cinesi hanno chiuso in ribasso, penalizzate dal deludente dato dell’indice Pmi del settore manifatturiero. La misura si è fermata leggermente sopra le stime degli analisti, ma ampiamente sotto quota 50, ad indicare il perdurare della fase di contrazione del comparto industriale.
Pechino promette riforme
Le iniziative varate dal governo, come la riduzione delle riserve di sicurezza per le banche popolari, dovrebbero sbloccare circa 90 miliardi di yuan, ma gli analisti si aspettano interventi di maggior portata per rimettere l’economia del Dragone sul binario di una crescita sostenuta. A Shanghai, l’indice Composite ha ceduto lo 0,3%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,84%. Tokyo, invece, nonostante un leggero miglioramento della produzione industriale in Giappone e un basso volume delle transazioni, ha guadagnato l’1,09%.
Mps promossa dagli analisti
Avvio cauto per i listini di Eurolandia che, in attesa dei dati sulla produzione industriale nei paesi dell’area euro, reagiscono in maniera scomposta al quarto mese di contrazione del settore industriale in Cina. A Piazza Affari il Ftse Mib segna -0,4%. Buona intonazione per i bancari, guidati dal rialzo di Banca Mps, in seguito all’upgrade da parte degli analisti di Goldman Sachs. In difficoltà gli industriali Pirelli e Buzzi Unicem.
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