Dillo con l’indice

Gli indicatori elaborati da Morningstar per le azioni e le obbligazioni forniscono un quadro che va al di là delle valutazioni di Borsa. Vengono presi in esame anche gli aspetti relativi agli scenari competitivi e alla gestione aziendale, cercando di individuare i titoli adatti a ogni profilo di investimento.

Marco Caprotti 20/02/2014 | 09:54
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I mercati cambiano velocemente e anche gli indicatori elaborati da Morningstar devono tenere il passo. Da noi in Italia, ad esempio, è stato da poco rinnovato il sondaggio mensile che viene svolto da oltre dieci anni tra le principali case di investimento che operano nella Penisola ed è stato creato il Morningstar Italy Investment Sentiment Index.

Il benchmark è elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. È basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese ed emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è zero (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile.

Morningstar Stock Rating
Chi investe in azioni ha la possibilità di servirsi del Morningstar stock rating. Questo indicatore ha l’obiettivo di individuare quelle azioni che sono sopravvalutate e sottovalutate dal mercato rispetto alla valutazione del loro prezzo obiettivo. Tale giudizio, che va da un minimo di una a un massimo di cinque stelle (per quelle maggiormente a sconto), integra valutazioni di carattere qualitativo, circa il posizionamento dell’azienda all’interno del settore, con analisi quantitative che si realizzano nella stima del prezzo obiettivo del titolo.

Economic moat
Nella preparazione di un’analisi fondamentale su un titolo azionario una parte importante nella scelta del rating la svolge l’Economic Moat (un datapoint di cui Morningstar è proprietaria). Tale termine (che si può tradurre con vantaggio competitivo) si riferisce alla capacità di alcune società di tenere a bada la concorrenza per un lungo periodo di tempo. Il rating relativo all’Economic Moat, quindi, cerca di misurare la forza e la sostenibilità di tale posizione di vantaggio. 

Il primo passo per valutare l’Economic Moat di una società è quello di analizzare le sue performance storiche, ovvero di verificare se essa è stata in grado di produrre rendimenti del capitale significativamente superiori al costo dello stesso in maniera duratura nel tempo.

Il passo successivo, dato che il passato non è un buon indicatore del futuro, è quello di identificare la fonte di tale vantaggio. Questa può derivare dalla possibilità di sfruttare elevate economie di scala, di produrre a costi più bassi rispetto a quelli dei concorrenti, di poter beneficiare di brevetti, licenze o di diritti di copyright. Altri fattori sono la presenza di pesanti costi a carico del cliente nel caso voglia passare ad un diverso fornitore di beni e servizi (costi di switch), o la creazione di una rete (network effect) che ha tanto più valore quanti più operatori si uniscono a essa. 

Stewardship rating
Relativamente alle società quotate, lo Stewardship rating valuta quanto le decisioni dei manager sono in linea con gli interessi degli azionisti, premiando comportamenti che generano valore e penalizzando quelli che distruggono il capitale. La scala di rating è composta da tre gradini: “esemplare”, “standard” e “scarso”. Per assegnarli, gli analisti valutano come si comporta l’azienda in relazione alle decisioni di allocazione del capitale, in quanto sono queste scelte che creano o distruggono valore per gli azionisti. I fattori presi in considerazione sono il ricorso alla leva finanziaria, la strategia di investimento, il timing e i metodi di valutazione delle scelte, le politiche dei dividendi e di riacquisto di azioni proprie, i compensi, i potenziali conflitti di interesse e le pratiche contabili. Contribuiscono all’analisi due componenti fondamentali della ricerca Morningstar. Il primo è l’economic moat. Il secondo è la credit research, che si focalizza sulla misurazione della solidità finanziaria. Nella scala di rating, standard è il giudizio assegnato alle aziende che non hanno assunto decisioni particolarmente straordinarie (nel bene o nel male) nell’allocare il capitale. Un’impresa “esemplare”, invece, si caratterizza per scelte di investimento e acquisizioni per accrescere il suo vantaggio competitivo e sviluppare il suo core business, evitando le attività scarsamente redditizie. Infine, una “scarsa” fa generalmente uso della leva finanziaria in modo non appropriato (ad esempio per accrescere i dividendi), fa operazioni di merger&acquisition a caro prezzo o compie errori nell’attività produttiva che comportano richiami e sostituzioni dei prodotti. In tutti questi casi, la prospettiva degli analisti è quella degli azionisti, più che della dirigenza.Bottom of Form

Morningstar Corporate Credit Rating
E’ dedicato a chi investe in obbligazioni emesse da società. Misura la capacità di un’azienda di adempiere ai propri impegni finanziari. Più alto è il rating (che va da AAA a D), più bassa è la probabilità di default per la società in questione. Le valutazioni di Morningstar sono di natura prospettica e si basano sulla quantificazione di due fattori di rischio (quello aziendale e quello finanziario) attraverso la combinazione di analisi di carattere quantitativo e qualitativo.

Morningstar Equity Fund Style Box
E’ una matrice ideata e costruita per fornire una fotografia di due caratteristiche essenziali di un fondo che investe in azioni: la capitalizzazione dei titoli e lo stile delle società presenti nel portafoglio del fondo. Si tratta di due elementi importanti che spiegano le caratteristiche di performance e rischio di un fondo. La Style Box del fondo si ottiene mettendo insieme i dati relativi a ciascun titolo in portafoglio. Ne deriva una matrice bi-dimensionale, con la capitalizzazione (grande, media e piccola) sul lato delle ordinate e lo stile (value, blend, growth) su quello delle ascisse. In tutto sono possibili nove combinazioni. Naturalmente quest´informazione deve essere analizzata insieme ad altri dati relativi al portafoglio, come l’esposizione ai differenti settori economici.

Morningstar Style Box Obbligazionario
Descrive graficamente i due fattori di rischio essenziali in ogni fondo obbligazionario: l'esposizione ai tassi di interesse e al credito. Lo Style Box combina queste due dimensioni, creando una matrice di nove combinazioni divise tra livelli basso, medio, alto. Lo Style Box fornisce una descrizione immediata e semplice ma essenziale delle decisioni di allocazione del portafoglio.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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