Etf a confronto: Ftse Mib

Nonostante l’indice Miisi, secondo cui Piazza Affari resta la preferita dai gestori della Penisola, ci si interroga sugli effetti della “staffetta” Letta-Renzi. Partendo dalle ricerche Morningstar, abbiamo messo a raffronto i diversi replicanti dedicati al mercato italiano.  

Valerio Baselli 17/02/2014 | 10:49
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“A partire dal 2014 è prevista una lenta ma graduale ripresa della crescita economica italiana, anche se persistono molte fragilità, prima fra tutte l’instabilità politica. Un crollo del governo guidato da Enrico Letta potrebbe influenzare negativamente la fiducia degli investitori e riaccendere le tensioni sui mercati”. Così scriveva Hortense Bioy, analista di Morningstar, in una nota della settimana scorsa.

Detto-fatto, verrebbe da dire. Nei giorni caldi della staffetta tra l’ormai ex premier e Matteo Renzi, ci si chiede come reagirà il mercato a questo ennesimo cambio ai vertici della politica nostrana, soprattuto alla luce del recente sondaggio mensile condotto da Morningstar, secondo il quale i gestori italiani puntano forte su Piazza Affari.

L’Italia, assieme alla Spagna, ha segnato una delle performance azionarie più basse dall’inizio della crisi finanziaria, con l’indice Ftse Mib che ha lasciato per strada il 63% della propria capitalizzazione dai massimi del 2007 ai minimi del 2012. Tuttavia, dalla seconda parte del 2012, in pratica dall’annuncio di Mario Draghi sul fatto che la Bce avrebbe fatto “whatever it takes” (qualsiasi cosa) per salvare l’euro, l’indice italiano ha rimbalzato, registrando un guadagno del 40% dalla metà del 2012 fino alla fine del 2013.

Le banche italiane, che pesano circa il 22-25% del benchmark, hanno recuperato terreno grazie alle garanzie della Bce e all’alleviamento della crisi del debito sovrano europeo. Ciò nonostante, restano vulnerabili, a causa di una qualità negli asset in deterioramento, costi operativi troppo alti e una capitalizzazione ancora non adeguata. Nella prima parte del 2014 sono previsti degli stress test per 15 istituti di credito, comprese Unicredit e Banca Intesa, dai quali si vedrà se saranno necessari altri innesti di capitale.

L’indice
Il Ftse Mib è l'indice di riferimento del mercato azionario italiano. Cattura circa l’80% della capitalizzazione di mercato e misura la performance delle 40 azioni più liquide e meglio capitalizzate in Italia. L'indice è stato fornito da Standard & Poor’s dal suo inizio fino al giugno 2009, quando questa responsabilità è passata al gruppo Ftse, che è del 50% di proprietà del gruppo London Stock Exchange, a sua volta controllante di Borsa Italiana. Il benchmark è piuttosto pesante nella parte superiore con i primi dieci titoli che rappresentano oltre il 70% del totale. A livello settoriale, i titoli finanziari fanno da padroni (33-38%), seguiti dal settore oil & gas (18-23%) e dalle utility (16-18%). La società più pesante dell'indice è Eni, con una ponderazione del 14-16%, seguita da Unicredit e Generali.

 Lyxor ETF FTSE MIB
L’Etf di Lyxor usa il metodo sintetico o “swap-based”,  per replicare la performance dell'indice. Invece di tenere i titoli reali come in un Etf fisico, il fondo possiede un paniere sostitutivo di titoli che in questo caso è composto da azioni europee, giapponesi e statunitensi. In pratica, Lyxor accende un contratto swap Otc (Over the counter) con una controparte che è, quasi sempre, Société Générale, capogruppo di Lyxor. Nei casi in cui Lyxor si impegna con una controparte terza, Société Générale garantisce lo swap, fornendo un ulteriore livello di protezione per gli investitori.

Secondo la normativa Ucits III, l’esposizione individuale al rischio di controparte è limitato al 10% del Nav del fondo in qualsiasi momento. In effetti, secondo la nostra ricerca, lo swap non è collateralizzato, il che espone l'investitore a una perdita potenziale del 10% del Nav (Net asset value) se la controparte swap fallisce. Detto questo, Lyxor è impegnato ad azzerare l'esposizione dello swap su base giornaliera. Il dipartimento rischi di Lyxor monitora i titoli del fondo e l’esposizione allo swap su base giornaliera. I titoli dell’Etf sono tenuti in conti separati presso un custode terzo, cioè Société Générale Security Services. Lyxor attualmente non effettua operazioni di prestito titoli, il che aiuta a minimizzare il rischio complessivo di controparte. Questo Etf distribuisce dividendi.

Le commissioni totali sono pari allo 0,35%, leggermente superiori alla media di categoria.

iShares FTSE MIB ETF
Questo Etf utilizza il metodo fisico per replicare il rendimento dell’indice Ftse Mib. Ciò vuol dire che il fondo contiene tutti i titoli del benchmark. iShares può effettuare attività di prestito di titoli per generare ricavi aggiuntivi. Queste entrate possono parzialmente compensare il Ter (Total expense ratio), il quale è diviso 60/40 tra il fondo e BlackRock (quest’ultimo li usa per coprire i costi). Per proteggere il fondo dal rischio di controparte che nasce da questa pratica (che teoricamente può portare a una perdita pari al 100% del capitale), iShares utilizza un collaterale superiore al valore del prestito. I livelli di garanzia variano di solito dal 102,5% al 112% del valore dei titoli in prestito, a seconda delle attività previste dal debitore come garanzia. L’indice Ter, che indica le commissioni totali, è pari a 35 punti base.

Alternative
Altri Etf (non ancora coperti dalla ricerca Morningstar) che replicano l’indice Ftse Mib disponibili in Italia sono: Amundi Etf Ftse Mib, e Db X-trackers Ftse Mib Index Etf.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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