Il bond fa ancora la sua figura

Secondo gli operatori non conviene abbandonare le obbligazioni per correre dietro all'equity. Dà rendimenti interessanti e garantisce stabilità al portafoglio. L'high yield piace sempre. 

Marco Caprotti 15/01/2014 | 11:57
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Punti chiave

-La ripresa delle economie sviluppate e la corsa dell’equity spinge gli investitori ad abbandonare i bond.

-Le obbligazioni, secondo gli operatori, hanno ancora molto da dare sia in termini di rendimenti che di stabilizzazione dei portafogli.

-L’high yield e i convertibili per i gestori sembrano essere le scelte più convincenti.

Meglio non abbandonare i bond. Certo, secondo molti operatori il 2014 non sarà un anno positivo per chi investe in obbligazioni: i rendimenti sono bassi e gli spread di credito molto contenuti. Inoltre, anche se le Banche centrali continuano a sostenere che i tassi di interesse resteranno invariati, il rischio di un rialzo aumenta con il passare del tempo. Va detto, però, che queste previsioni negli ultimi anni si sono ripetute e poi sono state smentite dai fatti. Di diverso, questa volta, c’è un migliore quadro macroeconomico dei paesi sviluppati che potrebbe dare la spinta decisiva a un risveglio dell’economia mondiale facendo aumentare l’appetito per il rischio e convincendo molti (anche per effetto di una crescita dei tassi di interesse) ad abbandonare il tradizionale porto sicuro delle obbligazioni. Conviene, però, procedere con i piedi di piombo.

Bond fa rima con stabilità
“Il rischio di un aumento dei tassi è reale e sarà costoso se il movimento sarà di grandi dimensioni. E anche se i tassi resteranno fermi, i bond non beneficeranno del calo dei rendimenti che ha permesso guadagni incredibili dagli anni ‘80”, spiega Marta Norton, manager di Morningstar Investment Management. “Tuttavia non crediamo che gli investitori debbano rivoluzionare i loro portafogli. Le obbligazioni continuano a essere utili come elemento stabilizzatore. Una delle loro caratteristiche migliori è quella di avere uno scarso legame con l’azionario. Questo significa che quando l’equity va male i bond, in generale, fanno bene”. A partire dal 1977, ad esempio, ogni anno in cui le blue chip americane hanno avuto un andamento negativo, il mercato obbligazionario ha dato rendimenti del 3%.

L’utilità di questo asset di investimento diventa ancora più evidente restringendo il campo temporale. Secondo un’analisi di Chris Iggo, responsabile degli investimenti globali nel reddito fisso di Axa Investment Managers, dalla metà degli anni ’90, ogni anno una buona parte del mercato obbligazionario ha prodotto un rendimento complessivo del 10% almeno. “Utilizzando gli indici Baml (Bank of America Merrill Lynch) abbiamo classificato l’andamento dei settori obbligazionari in cui investiamo attivamente” spiega in un report. “Il settore più brillante ogni anno ha prodotto un rendimento tra il 10,1% (high yield Europa nel 2013) e il 74,9% (high yield Europa nel 2009). Ma non è sempre stato l’alto rendimento a prevalere. Nel 2002, 2007 e 2011 è stato il mercato dei titoli indicizzati all’inflazione a ottenere risultati a due cifre, mentre in diversi periodi di flight to quality sono stati i titoli di stato core a produrre un guadagno del 10% o superiore. Nel 2012 il rialzo del mercato del credito trainato dal piano di allentamento quantitativo ha determinato per i mercati investment grade negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa un rendimento superiore al 10%, mentre un paniere di titoli di stato dei paesi periferici in Europa ha guadagnato il 18,5%”.

Le scelte operative
Su quale tipo di debito si dovrebbero quindi indirizzare gli investitori? “Le migliori opportunità d’investimento obbligazionario sono individuabili attualmente sul segmento high yield nelle sue varie forme”, spiega una nota firmata da Elaine Stokes, Fixed-income manager di Loomis, Sayles & Company (gruppo Natixis). “Anche altri settori high yield, come i bank loans e le obbligazioni convertibili, offrono attualmente rendimenti interessanti e sono in grado di crescere con l’aumento dei tassi di interesse. La sensibilità dei convertible bond alle azioni, ad esempio, consente loro di guadagnare. Si tratta quindi di esaminare approfonditamente il settore ad alto rendimento e di scegliere la giusta posizione per ottenere guadagni”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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