VIDEO: Bogle, la replica passiva paga sempre

Secondo il fondatore di Vanguard, Jack Bogle, nel lungo periodo l’indicizzazione vince sempre, nonostante gli investitori scelgano la gestione attiva per bond e azioni internazionali. E sul mercato obbligazionario il futuro è passivo.

Christine Benz 31/10/2013 | 10:24
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Jack Bogle è fondatore e presidente di Vanguard Group. È considerato un vero e proprio guru degli investimenti, alla pari di altri gestori super star come Bill Gross o Mark Mobius. Perciò ogni sua decisione, dichiarazione o intervista, è seguita dall’intera comunità finanziaria.

Christine Benz è la responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar.

 

 

Christine Benz: Mi piacerebbe parlare di Indexing (gestione passiva ndr) e di come le cose sono cambiate nell’investimento passivo. Una cosa che abbiamo recentemente visto in termini di scelte è che gli investitori hanno utilizzato prodotti passivi (Etf, fondi indicizzati) per la loro esposizione azionaria domestica, ma in genere hanno preferito fondi gestiti attivamente per il reddito fisso, e per le azioni internazionali. Mi piacerebbe capire se, secondo lei, stanno facendo le scelte giuste.

Jack Bogle: Non ho analizzato i dati con l’attenzione dovuta per rispondere a questa domanda, ma mi permetta di esprimere un paio di opinioni.

Sull’azionario internazionale, c’è molto movimento sui mercati degli Etf, specialmente su quelli dedicati ai paesi emergenti. La mia sensazione è che la gestione passiva dedicata agli investimenti globali stia diventando molto più forte. Al contrario, la gestione attiva resta saldamente la più utilizzata per gli investimenti azionari domestici, specialmente negli Stati Uniti, e penso che la situazione resterà tale nel prossimo futuro.

C’è una specie di, non so, vecchio luogo comune secondo cui la replica passiva paga solo in mercati sviluppati e con titoli a larga capitalizzazione, il che è ovviamente falso. L’indexing paga sempre, non importa su quale mercato. Su qualsiasi mercato, gli investitori presenti condividono i rendimenti dei titoli che sono scambiati su quel mercato. L’indicizzazione fa esattamente la stessa cosa, ma costa di meno, quindi vince ed è destinata a essere sempre più forte.

Per quanto riguarda l’obbligazionario ho due riflessioni. Primo, c’è questo grande eroe, era in televisione ieri sera, Bill Gross. Ha un track record davvero notevole. Penso che l’effetto Pimco, che gestisce attivamente duemila miliardi di dollari, si faccia sentire sul mercato a reddito fisso. Anche per questo la porzione di replica passiva è così contenuta.  Eppure, con i bond secondo me non si ha mai una vera gestione attiva. Lo spread tra il fondo obbligazionario e il suo indice è sempre contenuto, massimo due punti percentuali l’anno. Non è come l’azionario, dove può anche essere il 20%. Quindi, l’effetto Bill Gross pesa su questo mercato.

E poi, sospetto, sempre senza aver osservato bene i dati, che molti fondi obbligazionari escano da Wall Street, Morgan Stanley, Merrill Lynch, eccetera. Questi fondi vengono gestiti attivamente, molto attivamente, per ovvie ragioni: ci si guadagna molti più soldi in commissioni.

Peter Fisher, di BlackRock, un ragazzo molto brillante, faceva parte del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Dice che i fondi obbligazionari indicizzati sono l’onda del futuro. Potrebbe essere una parafrasi, ma è difficile per me non credergli. Il nostro business a reddito fisso è vivace, ed è tutto passivo. Quindi, penso che sia solo una questione di pazienza.

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Info autore

Christine Benz  is Morningstar's director of personal finance and author of 30-Minute Money Solutions: A Step-by-Step Guide to Managing Your Finances and the Morningstar Guide to Mutual Funds: 5-Star Strategies for Success. Follow Christine on Twitter: @christine_benz and on Facebook.

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