L’Italia prova a far suonare la sveglia

L’indice del Belpaese nell’ultimo mese è cresciuto. Si vede qualche segnale di stabilizzazione della congiuntura. Ma i problemi da affrontare sono ancora di difficile soluzione. 

Marco Caprotti 24/07/2013 | 10:29
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L’Italia prova a dare qualche segno di risveglio. L’indice Msci della Penisola nell’ultimo mese (fino al 19 luglio e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,9% portando la performance da inizio anno a -2,9%. L’andamento del paniere è un po’ la foto della situazione congiunturale: in un quadro generalmente negativo, non mancano i tentativi di ripresa.

Le ultime proiezioni sull’andamento del Pil (Prodotto interno lordo) 2013, presentate dalla Banca d’Italia, vedono una correzione al ribasso rispetto a quanto prefigurato in gennaio (da -1% a -1,9%). “La revisione è attribuibile all’andamento dell’attività economica nella prima metà dell’anno, inferiore a quanto previsto in gennaio per effetto soprattutto del rallentamento degli scambi internazionali e del protrarsi delle tensioni sul mercato del credito che hanno ritardato l’uscita dalla fase recessiva”, spiegano nell’ultimo Bollettino preparato da Via Nazionale. “L’attività economica si potrebbe stabilizzare alla fine di quest’anno. La ripresa si rafforzerà nel 2014, con una crescita dello 0,7%, grazie all’accelerazione degli scambi con l’estero e al graduale recupero degli investimenti produttivi. Questi ultimi sarebbero favoriti dal miglioramento delle condizioni di liquidità delle imprese, associato agli effetti dello sblocco dei pagamenti dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche”. Sulla ripresa dell’attività economica tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, comunque, gravano rischi al ribasso legati principalmente alle prospettive dell’economia globale, alle condizioni di liquidità delle imprese e a quelle dell’offerta di credito.

Secondo i dati Eurostat, intanto, il debito pubblico rispetto al Pil è cresciuto alla fine di marzo scorso al 130,3% dal 127% segnalato a fine dicembre. L'incremento trimestrale è superiore alla media dell’Eurozona, tuttavia è solo il sesto maggiore dietro Irlanda, Belgio, Spagna, Malta, Grecia e Portogallo.

Il problema occupazione
Resta, pressante, il problema della disoccupazione che, a maggio, secondo i dati dell’Istat si è attestata al 12,2%, il dato più alto da maggio 2004 (inizio delle serie storiche mensili) e dal 1977 (inizio serie storiche trimestrali) con un incremento di 0,2 punti percentuali su aprile e di 1,8 punti rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’aumento interessa sia la componente maschile sia quella femminile.

Fra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 647mila, il 10,7% della popolazione in questa fascia di età. Vede nero Bankitalia, secondo cui le condizioni del mercato del lavoro italiano sono destinate a deteriorarsi nell’anno in corso, mentre nel 2014 il tasso di disoccupazione si porterà in prossimità del 13%.

L’industria manda dei segnali
Le buone notizie, però, non mancano. Gli ordinativi dell’industria hanno segnato a maggio un aumento del 3,2% rispetto al mese precedente (0,8% l’aumento di aprile), record da gennaio 2011. Nella media degli ultimi tre mesi, ha rilevato l’Istat, gli ordini totali sono cresciuti dell’1,4% rispetto al trimestre precedente. Il fatturato dell’industria ha registrato a maggio un incremento dello 0,1% rispetto ad aprile (+0,6% nel mese precedente). 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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