General Electric, il vantaggio di essere globale

L’esposizione ai mercati mondiali non è sempre sinonimo di forza. General Electric riesce a sfruttarla in maniera intelligente e Morningstar le riconosce un ampio vantaggio competitivo all’interno del comparto industriale.

Francesco Lavecchia 13/05/2013 | 15:24
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Economic Moat per molti investitori fa rima con General Electric (GE). Il  colosso americano grazie a una forte presenza sul mercato globale, a un meccanismo di vendita molto aggressivo, e a un portafoglio di attività variegato ma che sono legate tra di loro da forti sinergie è riuscito a costruirsi una posizione di vantaggio competitivo all’interno del settore industriale.

Per la crescista si punta sugli emergenti
Tutto questo permette a GE di differenziarsi dalla concorrenza, garantendole una elevata profittabilità e rendimenti del capitale superiori alla media. La possibilità di operare in pratica su tutti i mercati internazionali consente al gruppo statunitense di capire in anticipo quali sono le dinamiche dell’economia mondiale e quindi di investire in un paese in anticipo rispetto ai propri competitor. In questi ultimi anni, poi, in cui la negativa congiuntura ha penalizzato l’industria dei paesi occidentali, i mercati emergenti hanno acquistato un peso sempre maggiore e sono destinati a rappresentare il principale volano della crescita futura della società americana.

General Electric si distingue, inoltre, per la capacità di corredare la vendita dei suoi prodotti con un pacchetto più o meno ampio di servizi, che a volte va ben oltre la semplice attività di manutenzione e prevenzione. Questo, a nostro avviso, è molto vantaggioso sia perché la aiuta a diversificare il fatturato e a  vincolare i clienti per un periodo di tempo molto lungo, ma soprattutto perché tali attività hanno margini di profitto molto più elevati rispetto a quelli che gli garantisce l’attività principale della vendita di manufatti industriali.

Le sinergie spingono la ricerca
Diversamente da molti dei suoi competitor, poi, GE ha avuto la capacità di investire in settori molto correlati tra di loro, e questo le permette di non gestire le diverse attività come se fossero dei comparti stagni, ma di poter sfruttare il frutto dei propri investimenti in più contesti, creando le cosiddette economie di scopo, ovvero di razionalizzare in maniera significativa i costi di gestione ma soprattutto quelli di ricerca e sviluppo. Questo permette a General Electric di essere molto attiva nell’attività di ricerca, poiché abbassando i costi riesce a investire in progetti che per altri operatori non sarebbero profittevoli.

Per leggere il report completo su General Electric clicca qui.

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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