Per il mattone anche il 2009 sarà nero

Un altro anno difficile per gli immobili. La ripresa, forse, con i prezzi del 2003.

Morningstar Europe Editor 26/11/2008 | 15:31
Facebook Twitter LinkedIn
Chi aspetta l’anno prossimo per vedere la ripresa del comparto immobiliare non si faccia illusioni. Il 2009, dicono gli analisti, non segnerà il recupero dell’indice Msci di settore che, nell’ultimo mese (fino al 26 novembre e calcolato in euro), ha perso più del 12% portando a -50% la performance da gennaio. Anzi, secondo tutti gli indicatori, il sentiero è aperto per ulteriori ribassi.

I numeri sono sconfortanti sui due lati dell’Atlantico. Secondo il Ministero spagnolo per la casa nella sola provincia di Malaga ci sono 54mila appartamenti in attesa di un proprietario. Il dato rappresenta un’inversione di tendenza preoccupante rispetto al passato. La zona, infatti, è sempre stata gettonata da americani e inglesi che cercavano una casa per le vacanze. A peggiorare la situazione

iberica, dice la European Mortgage Federation c’è il fatto che il 93% dei mutui sottoscritti in Spagna sono a tasso variabile e, quindi dipendenti dagli umori dell’Euribor: nel 2003 era all’1,94%; oggi è al 4,27%.

Ma la situazione difficile del Vecchio continente è particolarmente evidente se si analizza il mercato inglese (vera cartina di tornasole della situazione nel resto d’Europa). Secondo la società Knight Frank, dai massimi toccati a marzo 2008 i prezzi delle abitazioni sono scesi del 13,4%. “E nel 2009 il valore degli immobili a uso residenziale scenderà del 30% rispetto ai picchi, riportando i listini ai livelli del settembre 2003”, spiega uno studio. Non va meglio nella vicina Irlanda dove i prezzi della case, nell’ultimo anno, sono scesi del 10%, arrivando ai valori del 2005. Una situazione simile si registra negli Stati Uniti con crolli che, secondo la National Association of Realtors, raggiungono il 20% in alcune zone della Florida.

Per molti economisti, la situazione deve ancora toccare il fondo. Questo succederà quando i prezzi arriveranno a livello del 2003, data in cui era tecnicamente iniziato l’ultimo rally. Ma anche qui, c’è poco da fidarsi. “Il problema con questo tipo di approccio è che ignora la situazione reale del rapporto fra domanda e offerta” dice uno studio firmato da Anthony Sanders, professore di finanza alla Arizona State University. “Se si prendono come punto di rimbalzo i prezzi del 2003 non si considera che, da allora, il mercato immobiliare è profondamente cambiato. La crisi dei crediti, ad esempio, sta convincendo potenziali investitori a stare lontani dal mattone fisico, puntando invece su prodotti legati ai mutui che ora vengono proposti a sconto e con rendimenti promessi, una volta rivenduti, del 15-19%. Ma questo innesca un circolo vizioso. L’eccesso di offerta di case sul mercato continua a deprimere i prezzi. Una vera ripresa ci sarà quando passeranno di moda gli strumenti di carta e si tornerà a spendere per avere solide mura”.

Quando questo succederà, conclude lo studio, bisognerà cercare buoni affari negli Stati Uniti che, dal punto di vista immobiliare, vengono considerati un ottimo investimento di lungo periodo.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Morningstar Europe Editor  .

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures