I dati macroeconomici che sono stati pubblicati nelle scorse settimane non fanno altro che aggiungere nubi a una fotografia già poco brilla
nte. Secondo Eurostat, ad esempio, nell’area euro nel primo trimestre sono stati persi 1,2 milioni di posti di lavoro. La situazione in cui versa l’area è stata riassunta efficacemente dal presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, secondo cui l’attività economica “quest’anno resterà debole”. Tanto che, durante l’ultima riunione dell’autorità monetaria, ha deciso di lasciare inalterati i tassi di interesse al minimo storico dell’1%.
Stanno poi risorgendo grossi punti interrogativi per quanto riguarda lo stato di salute del comparto finanziario del Vecchio continente che, nel bene e nel male, rappresenta la spina dorsale dell’intera regione. Secondo il commissario europeo alla concorrenza, Neelie Kroes, i banchieri continuano a non fidarsi l’uno dell’atro perché sanno che qualcuno ha ancora qualcosa da nascondere”.
Il commento è arrivato alla fine di 22 incontri che il commissario ha tenuto con gli istituti di credito di tutta l’Unione e ha fatto preoccupare gli investitori. Non a caso, dal punto di vista operativo, il comparto finanziario è stato uno di quelli che, nelle ultime settimane è stato più colpito dalle vendite. Sotto pressione anche i titoli delle materie prime che hanno subito l’eccesso di volatilità del petrolio che, dopo aver superato i 70 dollari al barile (in un’occasione anche a causa dell’errore di un trader) è tornato intorno ai 65 dollari.
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