I 54.750 giorni di Madoff

Negli Usa, una condanna esemplare per ridare fiducia agli investitori, in Italia…

Sara Silano 03/07/2009 | 10:07
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150 anni, ovvero 54.750 giorni: è questo il tempo che l’ex finanziere settantunenne, Bernard Madoff, dovrà passare in prigione. Il tribunale del distretto federale di Manhattan ha applicato il massimo della pena per l’ex presidente del Nasdaq artefice della più grande truffa della storia di Wall Street (il valore si aggirerebbe tra i 50 e i 65 miliardi di dollari). Si tratta di una condanna di gran lunga superiore ai 12 anni chiesti dall’avvocato difensore e che Madoff dovrà scontare in un penitenziario di massima sicurezza, insieme ad assassini, rapinatori e altri malfattori ritenuti pericolosi.

Fin qui la cronaca, ma come si può leggere questa notizia? In pochi mesi dalla scoperta della frode, il tribunale di New York ha voluto emettere una sentenza esemplare, sei volte maggiore

per durata alle condanne inflitte ai manager di Enron e Worldcom. Nulla di paragonabile a quanto è accaduto in Italia, dove, è vero le truffe ai danni dei risparmiatori sono state finora di minore entità, ma i tempi dei tribunali sono in genere lunghissimi. Ci sono voluti anni, ad esempio, per la condanna di Calisto Tanzi (a dieci anni di carcere) in relazione al crack Parmalat e si potrebbero citare tanti altri casi in cui gli investitori sono stati traditi, anche se in modi differenti. Il più recente è quello degli azionisti e obbligazionisti Alitalia, che fino alla settimana scorsa sono vissuti nell’incertezza del rimborso, per altro non ancora sicuro per chi detiene i titoli all’interno dei fondi comuni.

E’ facile cadere nel luogo comune che negli Stati Uniti il sistema funzioni perfettamente e sia più efficiente. Se così fosse, però, una truffa come quella di Madoff non sarebbe dovuta neppure accadere; invece è evidente che è mancata la prevenzione. Inoltre, le attuali proposte di un nuovo quadro normativo per impedire che si ripetano casi simili in futuro rischiano di essere dei rimedi parziali, più che delle vere e proprie cure, come ha scritto su Morningstar.com Mercer Bullard, fondatore di Fund Democracy, un’associazione che tutela i diritti dei sottoscrittori di fondi negli Stati Uniti. “Sfortunatamente, l’effetto potrebbe essere una riduzione della protezione dell’investitore”, ha commentato Bullard.

Il punto però è un altro. La rapidità e la severità della sentenza di condanna, ha dato agli americani la certezza che “chi sbaglia, paga”, senza alcuna attenuante, indipendentemente dal fatto che sia un assassino o uno stimato finanziere. Anche se l’indagine sul caso Madoff non è ancora conclusa e ci vorrà del tempo perché gli investitori siano rimborsati, la condanna al principale artefice della truffa aiuta a restituire un po’ di fiducia nel sistema. Al contrario, in Italia, l’investitore raramente ha questa sensazione, nonostante la quantità di leggi e regolamenti. La conseguenza? Che in un clima di sfiducia sempre meno persone sono disposte ad investire e si crea così un circolo vizioso in cui tutti perdono. Difficilmente, in questa situazione, l’industria degli investimenti potrà gettare solide basi per ripartire.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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