I mercati dei titoli di Stato occidentali, e quello dei Treasury in particolare, che sono comunemente percepiti come sicuri, stanno subendo profondi cambiamenti a causa della crisi. Tutti i governi sono impegnati nel varo di piani di aiuto all’economia e al settore creditizio. Il Tesoro americano non può far altro che emettere titoli,
facendo aumentare il già abnorme debito pubblico, per far uscire il Paese dalla recessione (si parla di emissioni per un ammontare complessivo di 60 miliardi di dollari nelle prossime settimane). Secondo alcuni analisti, c’è il rischio di un eccesso di offerta, che fa aumentare le preoccupazioni degli investitori sulla solvibilità degli Stati Uniti.
In Europa, dove la Banca centrale ha deciso oggi di tagliare i tassi di interesse di 50 punti base, il quadro è un po’ più articolato, perché la crisi dei mercati ha portato a un aumento dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stati solidi come la Germania, l’Olanda e la Francia, e di quelli più indebitati come l’Italia e la Grecia. Per questi ultimi, i piani di aiuto governativi hanno una maggior incidenza, perché appesantiscono ulteriormente bilanci già fortemente in deficit. Inoltre, la maggior avversione al rischio fa sì che gli investitori chiedano premi più alti per comprare i titoli delle nazioni meno “virtuose”.
In Italia, la tentazione di rifugiarsi nei BoT (Buoni ordinari del Tesoro) è forte. Il prezzo da pagare per la sicurezza che offre l’emittente, però, è un rendimento scarno dal momento che i tassi di riferimento sono molto bassi. Se si scelgono titoli di Stato a medio-lunga scadenza, il livello di garanzia (basso rischio di default) rimane comunque elevato, tuttavia aumentano i rischi legati all’oscillazione del valore. Come spiega un report di JC&Associati, l’aumento delle future emissioni, per far fronte alle misure di sostegno all’economia, e la ripresa dell’inflazione, legata agli incentivi monetari di questi mesi, potrebbero spingere in alto il rendimento richiesto dagli investitori e deprimere di conseguenza i prezzi.
In conclusione, la ricerca di riparo nei titoli di Stato è diffusa, anche perché non esistono “luoghi” molto più sicuri. Ma chi desidera investire deve tenere in considerazione che il mercato sta subendo profondi cambiamenti a causa della crisi economica e creditizia. Inoltre, le Banche centrali occidentali stanno attuando una strategia molto espansiva in modo più sincronizzato che in passato e i tassi di interesse sono bassi ovunque e probabilmente lo rimarranno a lungo. Infine, i governi occidentali potrebbero trovarsi costretti a stampare moneta, per controbilanciare il calo del prezzo delle case e degli altri asset finanziari, con conseguenti rischi inflazionistici. Non è da sottovalutare neanche l’aspetto del cambio tra euro e dollaro. Come ha recentemente detto Paul Brain, gestore obbligazionario di Newton (BNY Mellon), “scegliere tra le principali valute al momento significa giocare d’azzardo”.
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