Etf, attenzione al “mito liquidità”

La liquidità degli Exchange traded fund non funziona come quella azionaria. Fondamentale il ruolo degli investitori istituzionali.

Elliot J. Orsillo, CFA, 30/08/2010 | 14:12
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È sempre importante analizzare il grado di liquidità quando si sceglie un investimento. Per quanto riguarda l’equity, la liquidità è una funzione della capitalizzazione di mercato e del volume medio di trading giornaliero. Da quando gli Exchange traded fund vengono scambiati sulle Borse come le normali azioni, molti investitori assumono che anche la loro liquidità si basi sugli stessi parametri. Questa è una delle concezioni più sbagliate riguardo ai replicanti. Infatti, quello che determina la liquidità dell’Etf è il grado di liquidità degli asset replicati; perciò, il volume medio giornaliero di trading è un dato pressochè inutile.

Il valore di un’azione è determinato dall’opinione aggregata della comunità finanziaria, dove offerta e domanda si incontrano formando il prezzo di mercato. Gli Etf, invece, determinano il proprio valore a seconda delle valutazione degli asset sottostanti. Quindi, esistono delle opportunità di arbitraggio tra il prezzo dell’Etf e il valore aggregato dei titoli replicati. Ogni scostamento del prezzo di un fondo dal proprio Nav (Net asset value) rappresenta un’opportunità per un profitto a rischio zero, per coloro abbastanza rapidi per capitalizzarla.

L’arbitraggio porta liquidità
Questo tipo di arbitraggio è reso possibile da quella caratteristica della struttura “a fondo aperto” degli Etf, conosciuta come creation/redemption process (processo di creazione/riscatto). Ogni Etf ha un numero fisso di investitori istituzionali o di market makers chiamato Authorized participants (AP), che sono contrattualmente legati al fondo. Gli AP forniscono liquidità al mercato creando o riscattando azioni del fondo a seconda dei bisogni della domanda e dell’offerta. Questa attività aumenta o restringe il numero di azioni presenti sul mercato accomodando la domanda crescente o decrescente per le stesse.

Durante il processo di creazione, l’AP utilizzerà liquidità per acquistare un paniere di titoli che coincide con gli asset sottostanti all’Etf. Questo paniere verrà poi scambiato con il “custode” dell’Etf che in cambio fornirà all’AP nuove quote del replicante. Il processo di riscatto, invece, funziona al contrario. Le quote dell’Etf vengono scambiate col “custode” dell’Etf per un paniere di titoli rappresentativo degli asset replicati, il quale poi potrà essere venduto sul mercato.

La decisione di inziare il processo di creazione o riscatto può dipendere da diverse ragioni, come il bisogno di eseguire l’ordine di un compratore o di un venditore, il bisogno di ridurre o aumentare le quote dell’Etf o semplicemente per trarre vantaggio da qualche opportunità di arbitraggio. Se i titoli sottostanti hanno un prezzo inferiore rispetto alle azioni dell’Etf, l’AP può comprare i titoli replicati, scambiarli attravero il processo di creazione e successivamente vendere le azioni sul mercato incassando la differenza. Nel caso contrario (i titoli sottostanti sono sovra-prezzati) si può incassare un profitto attraverso il processo di riscatto. Il processo di creazione/riscatto riporta anche l’Etf verso il “prezzo di equilibrio” col proprio Nav.

Il prezzo di equilibrio
Il prezzo di equilibrio è il motivo per cui le quote degli Etf non sono scambiate esattamente come le azioni, ma piuttosto come la somma dei titoli sottostanti. Gli investitori retail che vogliono vendere o comprare un grosso ammontare di azioni di un Etf possono eseguire questa operazione al prezzo di equilibrio proprio grazie all’attività degli AP. Se un AP permette al prezzo di un Etf di deviare troppo dal proprio Nav, ci sarà un altro AP che sfrutterà l’opportunità di arbitraggio, riportandolo verso l’equilibrio.

Il contributo degli AP risulta quindi fondamentale per mantenere la trasparenza e la liquidità degli Etf. Grazie al loro lavoro, gli investitori possono entrare o uscire in ogni momento, senza preoccuparsi del volume medio giornaliero di trading.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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